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SECONDO 38^ unum equum, et domino Azoni nihil. Alla qual sua avventura allude scherzevolmente lo stesso Azzo dicendo: plenam ergo vel plenissimam jurisdictionein soli principi competere dico.... sed merum imperium etiam aliis sublimioribus potestatibus competere dico; licet ob hoc amiserim equum; sed non fuit aequum (Summa in l. 3 Cod. tit. de Jurisdict Omn. Jud.). Lottario fu poscia fatto vescovo di Vercelli, e quindi arcivescovo di Pisa. Alcuni aggiungono ch’ei fosse finalmente patriarca di Gerusalemme; ma non sembra che se ne adducano certe pruove. Anche intorno a questo famoso leggista molte altre esatte notizie somministra il P. Sarti (p. 83, ec.). Io mi affretto a ragionar di quelli che oscuraron la fama di tutti i loro predecessori, e de’ quali anche a’ giorni nostri è più celebre il nome, e prima del rinomatissimo Azzo. XV. Azzo fu certamente bolognese di patria, nè mai tenne scuola altrove fuorchè in Bologna, come prova evidentemente il P. Sarti (p. 91, ec.), il quale osserva che l’essere attribuita a lui la Somma de’ tre ultimi libri del Codice, la quale fu veramente cominciata dal Piacentino, e finita, poscia, come abbiam detto, da Pillio, ha data occasione a’ varii errori; perciocchè ciò che il Piacentino dice di se medesimo, cioè ch’egli era stato in Montpellier, credendosi detto da Azzo, si è pensato che questi o fosse natìo di quella città, o in essa almeno avesse insegnato; e ciò che di se stesso racconta Pillio, cioè di esser passato da Bologna a Modena, credendosi pure scritto da Azzo, ha fatto credere a