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388 LIBRO il solo compendio mi condurrebbe tropp’oltre; e bastimi l’accennare ove se ne possano rin-3 venire da chi le brami più copiose notizie. Non men celebre fu Lottario cremonese di patria.1 die fu il primo che si stringesse con giuramento l’anno 1189 a non abbandonar l’univer-j sita di Bologna. I)i lui narra Odofredo (in I parte Dig. vet. l. 2, tit. de Jurisdict. Omn. Jud.)I ciò che abbiam veduto attribuirsi senza ragione a Bulgaro ed a Martino; cioè che cavalcando Arrigo IV, padre di Federigo II, in mezzo a Lottario e al famoso Azzo, di cui or ora ragioneremo, rivoltosi ad essi, così gl’interrogòJ per usar le parole dello stesso Odofredo: Signori, dicalis mi/iicuicompetitnierum imperlimi,] I due giureconsulti si trattennero alquanto, complimentandosi a vicenda, chi prima dovesse rispondere; e frattanto interrompendo questo racconto ci narra Odofredo che Lottario diligenat multum dominas, et libenter eas videbat Questi finalmente rispose il primo, e disse ad Ar-J rigo: Ex quo vult dominus Azzo, quod prius\ ego die am, dico, quod vobis soli competit me-\ rum imperiavi et non alii. Rivoltosi poscia Arrigo ad Azzo il richiese del suo parere; ed egli sinceramente risposegli, che benchè l’imperadore avesse per eccellenza il supremo dominio, anche i giudici nondimeno aveano secondo la formola delle leggi il. poter della spada. La qual risposta non essendo piaciuta molto ad Arrigo, poichè fu tornato a palazzo, donò un destriero a Lottario, e Azzo se n’andò senza alcun donativo. Quando fuerunt reversi ad palatium, dominus Imperatar misit domino Lotario