Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo IV, Classici italiani, 1823, IV.djvu/401

5So LIBRO pubblico culto rendutogli, io ho voluto chieJ derae informazion diligente, e sono stalo ac-l certato che nella chiesa de’ PP. Predicatori detta della Santa Corona in Vicenza vedesi bensì un quadro ove è dipinto Giovanni, a cui ivi si dà] il titolo di Beato, ma che nè esso ha raggi alla fronte, nè è esposto alla pubblica venerazione! su qualche altare, ma riesce a tergo del pulJ pito, e perciò non può in alcun modo esser»] pruova del culto che gli sia stato renduto; come! pure non basta a provarlo il titolo di Beato! che da alcuni recenti scrittori senza pubblicai autorità gli viene attribuito, e che non vedesi a lui conceduto da alcun degli antichi. Le grandi! cose da Giovanni intraprese, e la fama de1 pro-l digi da lui operati sparsa per ogni parte, potè« determinar facilmente gli scrittori più recenti ad dargli un tal titolo. Anzi alcuni, come osser-l vano i bollandisti, giunser tant1 oltre, che non] teineron di scrivere con troppo ardita imma-1 ginazione che Giovanni a guisa di Enoch e di Elia sia per voler di Dio in qualche occulto luogo nascosto e ancor vivente, per uscirne poi un giorno a ben della Chiesa. Nè io voglio perciò negare che Giovanni non fosse uomo! d’insigne pietà e di ardentissimo zelo; anzi io concederò ancora, se così si voglia, che nel-l l1 assumer eh1 ei fece il civil governo di Verona e di Vicenza, ei non fosse condotto che dal focoso suo zelo, e che sia perciò degno di scusa il fallo da lui commesso. Solo io ho ere-’ duto di dover separare in ciò che a lui appartiene, le cose che dagli antichi e accreditati scrittori ci vengono narrate, da quelle che altro