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SECONDO J’JJ fazioni; volle avere in sua mano i castelli di S. Bonifacio, d’Illasio e di Ostiglia , ed altre fortezze; mosse guerra agli Eretici, e molti, secondo il costume di quell’età, ne fè dare alle fiamme, cioè, secondo il calcolo di Parisio da Cereta, 60 tra’ maschi e femmine de’ più ragguardevoli della città; e operando da assoluto padrone, pubblicò molte leggi e molti statuti. Frattanto i Vicentini mal volentieri soffrivano che Giovanni, quasi dimentico di essi, se ne stesse in Verona, e non pensasse a introdurre quei cambiamenti nella loro città che credevano opportuni. Al tempo medesimo i Padovani stimolarono il podestà di Vicenza a sollevarsi, e a togliere quella città dalle mani di F. Giovanni. Nè il podestà pose indugio in seguir tal consiglio; e fatti venir da Padova alcuni soldati, prese a fortificare Vicenza per difenderla all’occasione contro le forze del nuovo conte. Giovanni, poichè n’ebbe notizia, raccolte poche truppe, volò prontamente a Vicenza , donde gli uscì incontro gran folla di popolo. Egli, credendosi certo della vittoria , cominciò a correre la città, chiedendo che gli fossero date in potere le case, le torri e tutti i forti; e i suoi seguaci frattanto corsi alla casa del podestà, lui e tutti i suoi giudici e la sua famiglia spogliarono interamente. Ma poscia sopraggiunte le schiere de’ Padovani, e venute a zuffa presso il vescovado con quelle di F. Giovanni , queste furon disfatte, ed egli cadde in man de’ nemici che il tenner prigione. La prigionia di Giovanni da Pari sio da Cereta si dice avvenuta a’ 3 di settembre; ma non sembra