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36o LIBRO lece in quest’anno medésimo in più altre città di Lombardia. Il Sigonio aggiunge ch’ei fu scelto ancora a decidere una contesa che da lungo tempo verteva tra il vescovo e la città sul dominio di alcune castella; e il dottor Macchiavelli sopraccitato ne accenna in prova (l. cit. nota) la carta del compromesso in lui fatto segnata a’ 29 di aprile di quest’anno medesimo; e aggiugne ch’egli volle avere a compagni in tal decisione Jacopo Balduino e Tancredi celebri professori, il primo di legge civile, di canonica il secondo. IV. De’ prodigi da Giovanni operati abbiamo ancora! testimonianza in Giovanni Cantipatrano che viveva al tempo medesimo. Ei ne racconta parecchi (De Alpibus l. 2, c. 1), ch’io non tratterrommi qui a ripetere, per non recar noia ad alcuni che al nome sol di miracolo sembrano risentirsi. Egli è vero che il suddetto scrittore afferma che alcuni di essi gli ha uditi narrare da’ testimonii di veduta, cui nomina col lor proprio nome. Ma ciò che importa? Qualunque testimonianza se ne arrechi, chi narra miracoli non può essere, secondo alcuni, che o un semplice , o un impostore. A cotali uomini sì delicati recherà forse maggior piacere un passo di un altro scrittore contemporaneo ch’era in Bologna al tempo medesimo in cui F. Giovanni da Vicenza mettevala a rumore, che si ridea de’ miracoli cui udiva di lui narrarsi, nel tempo medesimo che credea fermamente alle astrologiche superstizioni; e che eragli capitale nimico, benché non ardisse di opporglisi apertamente. Questi è il celebre astrologo