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344 LIBRO nome Bruno. E potrebbe perciò parere eli1 ei fosse l’autore di cui cerchiamo. Ma da Filippo Villani (ib. et Vite d’ill. Fiorent. p. 46) il padre di Dino si appella Buono; e degli altri autori posteriori altri gli dà il primo, altri il secondo nome. Il P. Negri (Scritt. fiorent. p. 113) lo chiama Bruno, gli dà il cognome di Lasca ignorato da’ più antichi scrittori, dice che conservò una strettissima e virtuosissima corrispondenza con Francesco Petrarca, di che io non trovo nell’opere del Petrarca vestigio alcuno: e aggiugne per ultimo che lasciò molte belle e dotte fatiche nell’arte di Chirurgia. Egli però non reca altra pruova delle sue asserzioni, che l’autorità del Poccianti. Ma checchessia del padre di Dino del Garbo, il Bruno, di cui ci è rimasto il trattato di Chirurgia, certamente non fu fiorentino, ma calabrese e natio di Longoburgo, o, come traduce il co. Mazzucchelli, di Longobucco (Scritt. ital. t. 2, par. 4, p- 2227); la qual voce ha forse data occasione all’errore di M. Portal che il dice nato nella bassa Lombardia (Hist. de l’Anat. ec. t. 1, p. 178). Alcuni codici gli assegnano chiaramente la suddetta patria: Bruni Longoburgensis Chirurgia (Cat. MSS. Bibl. reg. paris, t. p. 315, cod 7128; Cat. MSS. Ingl. et Hibern. t. 1, p. 169, cod. 3500); ed egli stesso, come ora vedremo, si chiama Longoburgensis. Più certe notizie e intorno alla patria e intorno all’età di Bruno ci somministran due altri codici, uno citato dall’eruditissimo Apostolo Zeno (Ap. Fabr. Bibl. med. et inf. Latin, t. 1.p. 290), in cui la Chirurgia da lui scritta è intitolata Chirurgia Magistri Bruni