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SECONDO QO’ J loro, mentre ne’ magnifici e pomposi elogi che ne fanno, trascuran le cose più necessarie e più essenziali , come le date, gl’impieghi, il carattere proprio e particolare, le parentele, la funi glia, il tempo preciso della morte, gli scritti, le loro edizioni, ec. Così questo scrittor francese rifugiato in Olanda è prodigo all’estremo di biasimo e di disprezzo verso gl’italiani, perchè essi son prodighi alF estremo di lodi. Ma chi sono eglino mai gl’italiani contro i quali così si scaglia il Marchand? Sono il Bracelli, il Soprani , il Giustiniani, L’Oldoini, il Mandosio , scrittori tutti vissuti in quel tempo in cui la critica e l’esattezza non era ancor conosciuta. I suoi biografi e bibliotecarii francesi vissuti a quei tempi, il Nostradamus, il Jacob, il Thevet, il la Croix du Maine, il Verdier, il Bullart, ed altri somiglianti scrittori son forse più esatti? Perchè dunque rimproverare agl’italiani un difetto che era allora comune a tutti? Il più leggiadro si è che il Marchand si trattiene lunghissimamente a ponderare ciò che di Simone hanno scritto i suddetti autori; e non tocca punto ciò che ne hanno scritto altri moderni e più esatti. Egli, morto solo l’anno 1756, potè pure vedere la Storia tipografica milanese del ch. dottor Sassi italiano stampata l’an 1745, e da noi poc’anzi citata; e se l’avesse letta, avrebbe veduto fatta ivi menzione dell’edizione dell’opera di Simone fatta l’an 1475, cui egli sembra vantarsi di aver prima di ogni altro scoperta; avrebbe veduto che questo valentuomo ci ha date intorno a Simone assai prima di lui tutte quelle notizie che gli è Tuuboschi, Voi IV. 22