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336 UDRÒ i tempi più antichi sia stato dato alla luce. In qualche edizione ella è intitolata Synonima Medicinae; il che ha dato occasione ad alcuni di crederla opera diversa, mentre veramente non ne è diverso che il titolo (Sax. l. cit.p. 130); il quale anche dal Fabricio è stato poco esattamente cambiato in Synonima Alchimiae (Bibl. med. et inf Latin. t.6,p. 189). Due opere ancora ei tradusse dalla lingua arabica nella latina, cioè il Libro de’ semplici Medicamenti di Giovanni figliuolo di Strapione stampato in Milano l’anno 1473 (Sax. l. cit.); e un libro di Bulcasi intitolato Liber Servitoris stampato in Venezia l’anno 1471 - Di lui inoltre si hanno alle stampe alcune note sull’antico medico Alessandro (Fabr. l. cit.). Finalmente nella biblioteca Riccardiana (Cat. Bibl. Riccard. p. 354) rammentasi un’opera di Simone, che sembra in parte la stessa colla chiave nominata poc’anzi, ma in parte ancora diversa: Simon de Janua de Synonimis et ponderibus; et collationes super Avicenna, et expositio nominum Arabicorum quoad medicinam. Le quali opere composte dal nostro Simone pareva che gli potessero meritar qualche luogo nella Storia della medicina del Freind, che non ne ha pur fatto motto. Ben ne ha parlato, e più lungamente ancora che non facesse bisogno, il Marchand (Dict. art. Simon.), di cui io non posso non dir qui alcuna cosa per rispondere alla ingiuriosa maniera con cui parla degl’italiani scrittori di Storia letteraria: Gl’Italiani, dic’egli (ib. not. D), son sempre prodighi all’estremo di lodi eccessive ed esagerate per quelli dei lor nazionali che hanno la sorte di piacer