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324 LIBRO Ma non giova il trattenersi più lungamente a ricercare di quelli che o esercitarono, o insegnarono la medicina, se essi non han lasciato a’ posteri qualche monumento del lor sapere. Assai maggior vantaggio hanno a questi studi recato coloro che la medicina, o la chirurgia illustrarono co’ loro scritti, e di loro perciò dobbiam ragionare con qualche maggiore esattezza. X. Il più celebre fra tutti i medici di questa età fu Taddeo figliuolo d’Alderotto fiorentino, di cui ha scritta la Vita Filippo Villani. I ssa è stata pubblicata insieme colle Vite di altri illustri Fiorentini , scritte dallo stesso Villani, dal conte Giammaria Mazzucchelli, non secondo l’originale latino in cui il Villani le scrisse, ma secondo una traduzione italiana non troppo esatta che gli venne alle mani. Alcune di queste Vite sono state di nuovo nel loro original pubblicate dal P. Sarti (ib. pars 2, p 203), e fra esse quella .di Taddeo, nella quale però alcune cose sembrano a ragione non troppo degne di fede. Fra esse vuolsi riporre ciò ch’ei narra al principio, cioè che Taddeo fu di vilissima nascita, e che fino a 30 anni fu d’ingegno grosso ed ottuso per modo, che vegliando ancora sembrava dormire, e che vivea miseramente col vendere le candele nell’oratorio di S. Michele in Orto. Il dottor Antonio Maria Biscioni nell’erudite sue note al Convivio di Dante (p. 68) ha confutata questa popolar tradizione, mostrando ch’egli era di famiglia cittadinesca e ben agiata. La melensaggine poi di Taddeo cambiata improvvisamente in acutezza d’ingegno, benché forse