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SECONDO 323 fosse d’uopo, le truppe di quel comune; e perciò l’anno 1218 egli andossene co’ Bolognesi alla spedizione di Terra Santa, e vi si trattenne fin verso l’anno 1221, dopo il qual tempo, tornato in Italia, continuò il suo soggiorno in Bologna, dove, come congetturasi dal P. Sarti, ei morì verso l’anno 1258. Fu egli uno de’ primi a curare col solo vino quasi tutte le ferite, come prova il detto P. Sarti col testimonio di Teodorico di lui figliuolo, di cui or or parleremo, dal quale inoltre raccogliesi che Ugo ebbe nella chimica ancora qualche perizia. Oltre Teodorico, tre altri figliuoli egli ebbe; due de’ quali, cioè Veltro e Francesco, furon da lui istruiti nella medicina, e lungamente l’esercitarono in Bologna (ib. pars I, p. 457). IX. Tra quelli che tennero in Bologna scuola pubblica di medicina, annovera il P. Sarti, come i più antichi, quel Rolando di Cremona (ib. p. 447); che entrò poscia nell’Ordine de’ Predicatori, e di cui abbiam ragionato nel primo capo di questo libro; e Niccolò di Fernham o di Fuly inglese, che dopo essere stato professore di filosofia nell’università di Parigi, venne ad insegnare in Bologna la medicina, e rivoltosi poscia agli studi sacri, fu l’anno 1241 eletto vescovo di Durham in Inghilterra (ib. p. 448). Verso la metà di questo medesimo secolo era in Bologna professore di medicina Sinigardo natío d’Arezzo, canonico di Faenza, e poscia arciprete della metropolitana di Bologna, di cui più altre notizie, ma poco appartenenti alla storia della medicina, veggansi presso il più volte citato e sempre esattissimo P. Sarti (ib. p. 460).