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secondo 3ai ila Lucca, di cui parleremo tra poco, 1* anno i a 14 fu dalla comunità di Bologna chiamato a suo medico e chirurgo, e furongli perciò donate 600 lire bolognesi (ib. p. 444)- E in somigliante maniera in una carta di Reggio dell’anno 1271, data alle luce dal co. Achille Taccoli (Mem, stor. di Reggio t. 2, p. 269), veggiamo che un medico bergamasco, detto Magister Pergamus Medicus de Pergamo fu da quel comune condotto col donativo di 100 lire reggiane, le quali da lui doveansi impiegare nel comperare una casa in Reggio per fare ivi stabil dimora. Quanto fosse grande in Bologna il numero di coloro che esercitavano la medicina, raccogliesi dal vedere i diversi titoli con cui essi si appellavano, secondo le diverse parti di questa scienza a cui si applicavano. Altri ne’ monumenti di questo secolo si chiaman medici fisici , altri medici chirurghi, altri medici delle ferite, altri medici barbieri, altri medici degli occhi, ed altri altrimenti (Sarti ib. p. 434, 436). Allo studio della medicina eran congiunti quegli altri che ad essa troppo son ncessarii, cioè dell’anatomia, della chimica e della botanica. Dell’anatomia e della chimica ne vedremo le pruove nel decorso di questo capo. Per ciò che appartiene alla botanica, il P. Sarti arreca più documenti (ib. p. 437,438), dai quali sembra raccogliersi che alcuni fin da que’ tempi in essa si esercitassero, e ne facessero professione. Così non vi avessero molti congiunta ancora l1 astrologia. Ma questo era il pregiudizio di quella età, in cui credevasi comunemente che non potesse esser medico valoroso, chi non fosse eccellente Tiiuboschi, Voi IV. 21