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3l8 LIBRO descrizion dello stato in.cui eia la città di Milano l’anno 1188, di cui abbiamo parlato altrove, dicesi che i medici giugneano al numero di 200 (Script. rer. ital. vol. 11, p. 712). E benchè non vi si faccia espressa menzion di collegio, appena sembra possibile che non si fosse pensato a unire insieme un corpo sì numeroso. Più certi monumenti abbiamo del collegio de’ medici che era in Ferrara; perciocchè negli antichi Statuti di quella città, altre volte da noi rammentati, esso è nominato (V. Borset. de Gj mn. Fcrr. p. 11), e vi si accenna ancora l’approvazione ch’esso dava a coloro che esercitar voleano la medicina. Ivi inoltre si spiegano i privilegi e l’esenzioni di cui godeano i medici; e lor si comanda che abbian ciascuno un cavallo di cui valersi nel visitare gl’infermi, e che dovendo un tal numero di truppe o del comun di Ferrara, o del marchese d’Este andare in campagna, due di essi le debbano accompagnare. In Brescia ancora è verisimile che fosse un tal collegio; perciocchè veggiamo che il vescovo e signore di quella città Bernardo de’ Maggi confermò ampiamente a’ medici que’ privilegi d’immunità che dagl’imperadori e dal popolo erano stati lor conceduti (Jac. Malvcc. CI ir on. Brijcicns. c. 125, Script. Ber. iud. voL ¡4, p- 1)62). I11 Firenze per ultimo, come racconta Giacchetto Malespini continuator della Storia di Ricordano suo zio, l’anno 1282 alle arti maggiori si aggiunse l’Arte de’ Medici e Speziali (Stor. fiorent, c. 2 > \). Nella università di Padova non pare che questa scienza fosse ancora in gran pregio; aluieu 11011