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SECONDO 3I7 per non tacere una nuova gloria della scuola salernitana, cioè che lo stesso Egidio di Corbeil medico di Filippo Augusto.re di Francia avea ivi appresa la medicina. Ei per ultimo si rivolge a due medici di Montpellier, che non appartengono a questa Storia, e de’ quali perciò io lascio di ragionare. Aggiungo soltanto che ne’ codici mss. della Biblioteca dei re di Francia troviamo anche un’opera di un Calabrese, detto Giordano Ruffo, sulle Malattie de’ Cavalli., scritta a’ tempi di Federigo II. Liber de cura equorum, compositus a Jordano Ruffo milite Calabrensi, et familiari Friderici II. Imperatoris (t. 4, p 309, cod. 7o58) (*). VI. Nè fu solo il regno di Napoli in cui si vedesse risorgere in qualche modo la medicina. Cominciamo in questo secol medesimo a trovar menzione de’ collegi de’ medici in alcune città stabiliti, de’ quali doveva esser pensiero l’avvivare e il regolare, come meglio fosse possibile-, gli studi propri della lor arte. Nella (*) Dell’opera di Giordano Ruffo trovansi copie in altre librerie , e tra esse nella Nani in ’ Venezia, ove ancora si conserva un trattato sulla Natura e su’ rimedii degli Uccelli tradotto dal persiano in latino; e il signor D. Jacopo Morelli afferma di aver veduta nella pubblica libreria di Padova una traduzione francese di questo libro, e di un’altra opera di somigliante argomento fatta da un certo Daniello cremonese ad istanza di Enzo figlio dell’imperador Federico II (Codd. MSS. Bibl. Nan. p. 71; Codici ital, p. 66-). « L’opera di Giordano Ruffo vedesi anche tradotta in italiano da Gabriel Bruno de’ Frati Minori ad istanza di Lazzaro ili Bartolominco Mazarcllo da Modena, e stampata in Venezia nel 1492 per Mai tiro Piero Bergamasco ». V!. Collegi de* medici istituiti in alcuno città.