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SECONDO 3I5 e sembra accennare di aver avuto lui pure a maestro Suppleat, et Petri Maurus mihi damna reformet; Pastor ovem membrunque caput, famulumque patronus, Doctor discipulum, noscat sua mater alumnuni. Vr. Passa quindi a parlare di quel Matteo Plateario, di cui abbiam ragionato nel terzo tomo, e di lui pure si duole che più non viva; poichè goderebbe in veder esposti poeticamente i rimedii ch’egli già in prosa avea descritti: Vellem quod Medicae doctor Platearius artis Munere divino vitales carperet auras: Gauderet metricis pedibus sua scripta ligari , Et numeris parere meis. v. 110, ec. Di mezzo a questi medici ei nomina un eloquente causidico, cioè Ursone o Orso salernitano esso pure, di cui dice che goderebbe non poco, se riveder potesse il suo concittadin Plateario: Urso suum te concivem gaudebis (leg. gauderet) adesse Strenuus ambiguos causarum solverc uodos. AVr. i a i, ec. Dopo aver dette altre cose in lode di Orso, passa a un certo Giovanni eli’ egli avea conosciuto in Salerno fanciullo e scolaro di Musandino, e di cui ora standosi in Parigi udiva farsi grandissimi elogi: Mente bona mea Castalius decreta Joannes Suscipiat, qnim , do ai puerile* volveret annos, Myrtum humilem Musandino sub praeside vidi. Audio nunc ipsum summis contendere lauris, Et sua nobilibus aequasse cacumina cedris Ver. i?.C>, ec. V. Aliri prr»friMiri ivi rinomali. (’Iti fosse questo Giovanni, se il nome aggiuntogli di Castalius sia cognome, o soprannome,