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SECONDO 3 13 Colle quali parole ci sembra accennare T arrendersi che Salerno fece all1 imperador Arrigo V l’anno 1191 (Murat. Ann. di tal. ad h. an.) nella guerra da lui mossa a Tancredi. Altrove ancora così ragiona di questa illustre città: Cujus forma nitet late diffusa per orbem , Quam medicinalis ratio , quam physicus ordo Incolit atque regit, quam nostrae providus artis Cultus odoriferis specierum imbalsamat ortis. L. 4. v. 696, ec. Nè solo egli generalmente esalta quella scuola di medicina, ma nomina ancora con grandi elogi al principio del suo poema que’ professori i quali o allor vi fiorivano, o vi erano poco innanzi fioriti. La maggior parte di essi sono stati sinora, ch’io sappia, totalmente dimenticati , e parmi perciò conveniente ch’io qui ne rinnovi la ricordanza. IV. Il primo, di cui egli ragiona, è Pietro Musandino: Musandinus apex, quo tamquam Sole nitenti Et nitet et nituit illustris fama Salerni. L. 1, v. 91, ec. Questi era allora già morto, e perciò Egidio soggiunge che lo spirito e il sapere di lui era passato in Mauro, il quale compensava la perdita fatta di Pietro: Cujus si fuerit resolutum funere corpus, Spiritus occultat, et magni pectora Mauri Tota replet. Maurus redimit, damnumque re pendìi Prima quod in Petro passa est et perdidit aetas. Di questi due medici non ha fatta menzione alcuna il Fabricio nè nella Biblioteca latina de’ secoli bassi, nè nel copiosissimo suo Indice de’ IV. Ftofmsori di esa relè* l»ri: Pietri» l’Io-andHit» j e Mauro.