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3 I 2 LIBRO l’università di Napoli, così pure promosse singolarmente lo studio di medicina, di che il Giannone, citando l’autorità del Summonte, reca in pruova (Stor, di Nap. l. 20, c. 1, parag 2) il chiamarvi ch’ei fece professore di medicina coll’annuo stipendio di 12 once d’oro, Filippo da Castelcielo medico allor famoso, di cui però non ci è rimasta, ch’io sappia, memoria alcuna. III. Ma, come si è accennato, più celebre assai per medici e professori dottissimi era la scuola antichissima di Salerno. Egidio da Corbeil, il cui poema intitolato de Virtutibus et laudibus compositorum medicaminum è stato dato alla luce da Policarpo Leisero (Hist. Poet med. aevi, p. 502, ec.), e che fu da lui scritto o alla fine del secolo XII , o al cominciar del seguente, ne fa magnifici elogi, dicendo: Hunc celebri ritu medicandi provida morem Excolit, et digne veneratur terra Salerni, Urbs Phoebo sacrata, Minervae sedula nutrix, Fons Physicae, pugil eucrasiae, cultrix medicinae L. 3 , v. 467 , ec. Quindi dopo aver descritta la situazione di Salerno, e l’arte e l’industria con cui vi si curavano le malattie, prosiegue: O si tantum annis , quantum virtute vigeret Bellandi, quantum medicandi praeminet arte , Non ea Teutonici posset trepidare furoris Barbariem , non haec gladios nec bella timeret. v. 508, ec. Nel qual passo a intenderne il senso, convien, s’io non erro, leggere il primo verso così: O si tantum armis, tantum virtute vigeret, ec.