Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo IV, Classici italiani, 1823, IV.djvu/328

SECONDO 307 copiose notizie avremmo dovuto intorno ad essi aspettarci nella recente eruditissima Storia di quella Università. Ma noi veggiamo con maraviglia che la serie dei professori filosofi si ristringe a pochissimi, e inoltre non ci presenta comunemente di essi che i nudi nomi. In questo secolo veggiam nominato il Moneta cremonese dell’Ordine de’ Predicatori, di cui abbiamo altrove parlato, e abbiam veduto che prima di entrare in quest’ordine era stato in Bologna pubblico professore di filosofia. A lui siegue maestro Lapo fiorentino, di cui provano i Registri della comunità di Bologna, che fu scelto da’ Frati detti del Sacco l’anno 1270 a leggere logica e fisica nel lor convento collo stipendio di trenta lire bolognesi oltre il vitto (De Prof. Bonon. t. 1, p. 499)- Sei altri se ne aggiungono, de’ quali altro non ci vien detto, se non che furono in questo secolo professori di filosofia (p. 500, ec.), e sono maestro Gentile da Cingoli, maestro Guglielmo da Dessara, maestro Teodolico da Cremona, maestro Reginaldo da Melanto, maestro Martino spagnuolo, e maestro Pellegrino da Piumazzo. Vi sarà forse chi pensi che con un esame più diligente de’ monumenti di questo secolo altre più copiose notizie si potesser raccogliere su questo argomento. Ma il ch. P. abate Fattorini, continuator della Storia della detta Università, ci assicura che niun’altra memoria se ne ritrova j e di questa sì scarsa serie di professori filosofi egli ne incolpa (ib. p. 500) la troppo maggiore stima in cui erano gli altri studi, per cui avveniva che assai più erano i professori delle