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SECONDO 287 Polo, non può in modo alcun sostenersi eli’ ci fosse il primo a recarla a’ nostri paesi. Egli tornò da’ suoi viaggi non già l’anno 1260, come concordemente asseriscono col copiarsi l’un l’altro i sostenitori ed anche gl’impugnatori di questa opinione, ma l’anno 1295, come abbiam chiaramente mostrato poc’anzi (l. 1, c. 5, n. 7), Or da ciò che dovrem dire fra poco, si renderà manifesto che la bussola nautica era assai prima nota in Europa. Che poi i Cinesi abbiano usato fin da’ tempi più antichi, ed usino ancora al presente dell’ago calamitato, non si rivoca in dubbio da alcuno di que’ che trattano di tal quistione. E nondimeno ella è cosa non solo da dubitarne, ma che si può ancora negare con sicurezza. Gli autori della Storia universale osservano (Hist. univ. t. 20, p. 141)7 e ne recano in testimonio una lettera del P. d’Entrecolles missionario alla Cina e testimonio di veduta, che i Cinesi hanno bensì la bussola, ma che il lor ago non è altrimenti calamitato, ma tinto invece con un cotal loro empi astro, di cui si annoverano gl’ingredienti, il quale pure comunica al ferro la virtù di volgersi a Settentrione. Or se i Cinesi non usano della calamita, come poterono da essi apprender quest’uso gli Europei? Questa opinione adunque deesi rigettare ugualmente, nè ha fondamento alcuno su cui appoggiarsi. XXJX. Or poichè nè agli antichi fu nota questa proprietà della calamita, nè l’uso della bussola nautica ci è venuto dai Cinesi, rimane a dire che sia questa invenzione de’ bassi secoli, e de’ tempi a noi più vicini. Ma quando