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SECONDO a83 Sandro di Pippozzo di Sandro fiorentino, in cui nel proemio così dice: Mi trovo cosie gravoso di anni, che non arei vallenza di leggiere e scrivere senza vetri appellati okiali truovati novellamente per comeditae delli poveri veki, quando afflebolano del vedere. Queste parole più determinatamente ci mostrano che innanzi al fine del XIII secolo erano stati gli occhiali trovati novellamente. Meglio ancor si determina il tempo di questa invenzione da un passo di una predica del B. Giordano da Rivalta domenicano da lui detta in Firenze a’ 23 di febbraio l’anno 1305, allegato dallo stesso Redi; perciocchè in esso v’ha queste parole: Non è ancora venti anni, che si trovò l’arte di fare gli occhiali che fanno veder bene, che è una delle migliori arti e delle più necessarie che il mondo abbia. Anzi in un codice di questa predica, citato dal Manni (ib. p. 7 3), si aggiunge la seguente no• tizia: E disse il lettore: io vidi colui che prima la trovò e fece, e favellai gli. Ed ecco fissato ad un di presso il tempo della invenzione degli occhiali, cioè circa 15 anni innanzi al compimento del secolo xm. XXVI. Ma tutti i passi allegati ci scuoprono quando si cominciassero ad usare gli occhiali, non ci scuoprono chi ne fosse il primo ritrovatore. La gloria di averlo prima di ogni altro osservato si dee a Leopoldo del Migliore antiquario fiorentino, il quale attesta di avere in un antico sepoltuario letta la seguente iscrizione che prima era nella chiesa di S. Maria Maggiore di Firenze: Quì diace Salvino (d’Armato degli Armati di Fir. Inventor degli Occhiali. Dio gli