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SECONDO 27.*» ragionato (/.!\. c. 5, n. 7, ec.) di un altro Gherardo cremonese, vissuto lungo tempo in Toledo , e celebre per molte traduzioni di libri arabici da lui fatte; e abbiam allora mostrato eh1 ci fu veramente cremonese, come alcuni hanno affermato, e ch’ei morì l’anno 1187. Ei non potè dunque essere quel Gherardo di cui parla il Bonatti, perciocchè questi ragionando di un uomo morto nel 1187 non l’avrebbe detto suo coetaneo. Aggiungasi che il secondo Gherardo visse certamente circa la metà del secolo XIII, come si mostra da’ monumenti che allegheremo fra poco; e non può quindi rimanere alcun dubbio che l’uno non sia diverso dall’altro. Direm noi forse che il Pipino abbia errato nel fissare il tempo in cui Gherardo morì? Ma si rifletta: se il Pipino avesse voluto parlare di quel Gherardo che fiorì circa la metà del XIII secolo, egli avrebbe parlato di un uomo quasi suo coetaneo, perciocchè ei fiorì al principio del secol seguente, e non è probabile ch’egli prendesse sì grave errore, e di un uomo morto forse mentre ei vivea, o certi pochi anni prima , dicesse eli’ era morto l’anno 1187. Nè si può sospettare di error ne’ copisti, poichè ei parla del suo Gherardo ove parla di un Federigo I, a’ cui tempi vivea. Inoltre il Gherardo di cui parla il Pipino, era uomo d’insigne pietà, come si è veduto nell’elogio ch’egli cene ha lasciato; quegli di cui parla il Bonatti, era un astrologo impostore, come ora vedremo; il primo visse quasi sempre in Toledo, il secondo visse almen lungo tempo in Italia. Tutte le quali cose parmi che rendano poco meno che certa u.UIC >1tru liberar« lo crenuMir.sc più antico.