Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo IV, Classici italiani, 1823, IV.djvu/284

Secondo a63 o colpa alcuna, invoca spesso nella sua opera il divino ajuto, affine di sciogliere le proposte quistioni, e giunge a dire che Gesù Cristo medesimo si valse dell’astrolgia giudiciaria (p. 18). Ei vivea in tempo in cui gl’impostori facilmente otteneano fede; ed egli perciò fu avuto in conto del più grande e del più dotto uomo che allor ci fosse} e molti de’ principali signori italiani voleano averlo seco. XV. Benchè non sappiamo s’ei fosse onorato da Federico II, ciò nondimeno è assai probabile, se è vero ciò che lo stesso Guido racconta (p. 182), che essendo Federigo in Grosseto, ed egli in Forlì, dalla combinazion de’ pianeti conobbe che tramavasi congiura contro l’imperadore, e che avendonelo egli avvertito, trovossi in fatti che Pandolfo da Fasanella, Teobaldo, Francesco, e più altri de’ suoi segretarii avevano contro di lui congiurato, senza che alcun degli astrologi che gli stavano in corte, ne avesse avuto presentimento. Forse ciò avvenne l’anno 1233, quando Arrigo ribellatosi contro l’imperador suo padre cercò di condurre molti al suo partito (V. Murat. Ann. (d’Ital, ad h. an.). Guido fu ancora con Ezzelino, come sopra abbiam detto, l’anno 1 a5<) in cui questi morì, dopo aver avuto da Guido stesso e da altri astrologi le più favorevoli predizioni. Di questo però non fa alcun motto Guido nella sua opera} perciocchè non era egli sì semplice a narrarci cosa che non era troppo onorevole a lui e alla sua arte} ma solo racconta (p. 210) la morte infelice di quel tiranno, anzi parla di lui (p. 152) come de| xv. Predizioni delle quali eRfi ai vanta.