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X. 1.<-onar> «1» Fi bottacci )>«>rta in itala i numeri arabici254 UBRO infrequenti in quest’Ordine perciocchè Guglielmo Ventura astigiano nella Storia della sua patria racconta (Script. rer. ital. vol. 11, p. 156) che un cotal Lanfranco domenicano l’anno 1261 nel mese di gennaio predisse che in quell’anno nella vigilia dell’Ascensione verso l’ora di nona sarebbesi ecclissato il sole, come in fatti avvenne. E nel secolo stesso Leonardo da Pistoia del medesimo Ordine verso il 1280 oltre una Somma Teologica scrisse alcuni trattati di Geometria, di Aritmetica, e del computo lunare, che conservansi manoscritti nella suddetta Biblioteca di S. Marco (Script. Ord. Praed. t. 1, p.)473 Per ultimo vuolsi avvertire aver dubitato il Vossio (l. c.) che due Campani si dovesser distinguere vissuti in diverso tempo, uno francese, cioè l’interprete di Euclide, l’altro novarese, cioè l’astronomo. Ma le cose dette fin qui mostrano chiaramente che il Campano novarese fu l’autore di tutte queste opere, e che non vi ha alcuna ragione per dividerle tra due scrittori. Di lui veggasi ancora il Marchand, che riguardo all’opere dal Campano composte ha scritto con diligenza (Dict. Hist art. Campanus), benchè egli ancora il faccia traduttore di Euclide. X. Fra i matematici di questo secolo dee annoverarsi principalmente Leonardo Fibonacci ossia figliuol di Bonaccio, di patria pisanoj perciocchè a lui si attribuisce la lode di avere prima di ogni altro portati in Italia al principio del secolo stesso i numeri detti arabici, o, come egli gli dice, numeri degli Indiani (a). L’Aritmetica (a) Intorno all’introduzione delle cifre arabiche meritan di esser lette le diligenti e ingegnose riflessioni