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SECONDO 343 t. 3, p. do) che il re di Napoli avendo nella sua biblioteca trovate le opere dialettiche e matematiche d’Aristotelej le fe’ tradurre in latino, e inviolle all’università di Parigi. Ei dovea avvertire che la traduzione dell’opere di Aristotele era già stata fatta per ordine di Federigo, e inviata all’università di Bologna. È certo però, che qualche opera di Aristotele fu per ordine di Manfredi recata in latino, e non dall’arabico, ma dal greco. Ne abbiam la pruova in un codice a penna della libreria di Santa Croce in Firenze, citato dal ch. Mehus (Vita Ambros. camald, p. 155), in cui si contiene l’Etica di quel filosofo tradotta dal greco da Bartolommeo di Messina; Incipit liber magnorum Ethicorum Aristotelis translatus de graeco in latinum a magistro Bartholomaeo de Messana in Curia Illustrissimi Manfredi Serenissimi Regis Ciciliae scientiae amatoris de mandato suo, ec. (*). Forse altre opere ancora di Aristotele, che a’ tempi di Federigo non erano state tradotte, fece Manfredi recare in latino, e per render noto il valore e l’erudizione de’ suoi, mandolle in dono all’università di Parigi, usando perciò della lettera stessa di cui usato avea Federigo nell’inviar le altre a’ professor bolognesi. (*) Oltre la traduzione dell’litica d’Aristotele, un’altra ue abbiamo futta dallo stesso Bartolommeo du Messina , che si conserva in un codice ins. della libreria di S. Salvadore in Bologna , che ha per titolo: Incipit liber Eraelei ad Bassuni de curatione equorum in ordine per/erto... translatus de graeco ili latiriurn a mag. Bartiiolomeo de Messami in Curia ¿/lustrissimi Manfredi Serenissimi Rcgis Sicihac arnatoris , et mandato suo.