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PRIMO 5 saggiamente, determinò molte città italiane a sottoporsi ad alcuni de’ lor cittadini medesimi, che per nobiltà, per ricchezze, o per forze fossero più potenti. E quindi presero origine i diversi dominii in cui fu allora divisa l'Italia, i quali però non ebbero fermo stabilimento, se non dopo ostinatissime guerre o tra i possenti rivali che aspiravano a tal dominio, o tra le città medesime che ubbidivano a diversi signori. Tal fu la condizion dell'Italia nell’epoca di cui prendiamo a trattare. Ma ci conviene svolgerne partitamente le diverse vicende, che gioveranno a meglio conoscere ciò che avrem poscia a dire dello stato dell'italiana letteratura.

II. Erano appena corsi due anni dacchè la pace di Costanza avea renduta la tranquillità all'Italia, quando i Cremonesi per l’addietro alleati di Federigo, sdegnatisi contro di lui, perchè l’anno 1185 avea rendute a’ Milanesi alcune terre da quelli sopra lor conquistate, cominciarono a dolersi di tal condotta; e per mostrarne risentimento, non intervennero alle solenni nozze che Federigo festeggiò l’anno seguente in Milano, tra il suo figliuolo Arrigo e Costanza zia di Guglielmo II, allora re di Sicilia. Di che adirato l’imperadore, raccolte le truppe de’ Milanesi e di altre città, mosse contro di loro, e li mise a sì mal partito, che convenne loro ricorrere alla pietà del sovrano, il quale alle preghiere di Sicardo lor vescovo accordò ad essi il perdono. Io ho voluto accennar questo fatto, perchè si vegga quanto poco ebbero a tardar gl’italiani per riconoscere che la pace di Costanza non era troppo II. Molte città vengon presto a guerra le une contro le altre.