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SECONDO a 1 5 pontefice Celestino V, intitolato de renuntiatione Papae, e per cui ordine egli scrisse un Compendio della Fede cristiana da mandarsi al gran Signore de’ Tartari, che mostrava desiderio di venire alla cristiana fede, del qual compendio conservasi un codice ms. (Cat. Bibl. riccard, p. 7)5 Bonifacio, dico, sollevollo nel primo anno del suo pontificato, cioè nel 1295, all’arcivescovado di Bourges (Gallia christ. t. 2, p■ 76). Quando si accesero le funeste discordie tra Bonifacio VIII e il re di Francia Filippo il Bello, Egidio prese a scrivere sul pericoloso argomento della podestà ecclesiastica e della temporale; e i Maurini autori della Gallia Sacra ci dicono (l. cit. p. 78) che egli si mostrò scrivendo piuttosto favorevole a Bonifacio che a Filippo, talchè questi ne fu altamente sdegnato, e Bonifacio al contrario pensò di onorarlo della sacra porpora, benchè poscia la morte non gliel permettesse. Il Goldasto ha pubblicato (Monarchia Rom. Imp. t. 2, p. 96) sotto il nome di Egidio un breve opuscolo, intitolato Quaestio de utraque Potestate, nel quale, dopo aver recata la Bolla di Bonifacio VIII contro del re, e la risposta che il re le fece, esamina se la podestà pontificia e la reale sieno tra lor distinte; e dopo avere stabilito che sì, svolge più ampiamente in cinque articoli lo stesso argomento. Or io non so intendere come per questo opuscolo ei potesse incorrer lo sdegno di Filippo, e ottenere il favore di Bonifacio. Perciocchè egli apertamente afferma, fra le altre cose, che Christus in institutione spiritualis potestatis nullum commisit vel potius