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ao8 libro convento gli fosse più in grado per sua dimora; ed egli ritiratosi in Greccia nella valle di Rieti, vi passò santamente il più degli anni che sopravvisse, finchè l’anno 1289 morì in Camerino. Tutto ciò veggasi più ampiamente narrato dall’annalista Wadingo (Ann. Minor, t. 4, p. 2, ec.). Poteasi dunque credere agevolmente che fosse egli l’autor di un libro ch’era fondato sulle Profezie dell’abate Gioachimo, e in cui tanto esaltavansi gli Ordini mendicanti, e singolarmente, benchè mai non si nominasse, quel de’ Minori. Ciò non ostante il suddetto Wadingo reca argomenti, a mio parere, fortissimi, a dimostrare (l. cit. p. 9, ec.) che questa non è che una mera impostura; e fra gli altri argomenti quello mi sembra evidente, che un degli errori dell’Evangelio eterno era l’antiporre la credenza de’ Greci a quella de’ Latini, il che non è possibile che si pensasse da Giovanni, il quale, come si è detto, adoperossi con sommo zelo per la riunione de’ Greci. È degna di esser letta tutta l’apologia che su questo punto ne ha fatta il detto storico; alle cui ragioni parmi che un’altra ancora di non minor forza si possa aggiugnere, cioè che se Giovanni fosse stato autore di quell’empio libro, non sarebbesi certo lasciato di accusarnelo espressamente da quelli che di altri errori il dissero reo. Or noi veggiamo bensì ch’egli fu accusato di seguire alcune opinioni dell’abate Gioachimo, ma ch’egli avesse composto l’Evangelio eterno, non troviamo che da alcun si dicesse, nè ch’egli fosse costretto a negare di averlo composto, o a ritrattare gli errori in esso insegnati.