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176 i LIBRO mistero nella più esatta maniera che sia possibile , sicchè egli o ritrattò in tal modo ciò che altrove avea scritto men giustamente, o spiegò in senso opportuno ciò che prima avea scritto in maniera oscura, e che potea facilmente intendersi in senso reo. Intorno a che veggasi il Papebrochio che questo punto ha illustrato con singolar diligenza, e che dopo avere esaminate le opere da lui scritte, ne ha esaltato assai la profonda dottrina, la forza con cui combatte gli errori, la chiarezza delle espressioni e delle immagini con cui spiega ogni cosa, singolarmente nell’opera intitolata del Salterio di dieci corde, in cui egli dice che Giachimo vinse se.stesso; e solo si duole che le edizioni ne siano per lo più scorrette, per modo che spesso non se ne rileva il senso. Degna è ancora d’essere letta una bella dissertazione del dottissimo P. Natale Alessandro intorno alla condanna del libro di Gioachimo (Hist. eccl. saec. 13, c. 3, parag 5, art. 3). IX. La santità de’ costumi di Gioachimo, di cui sopra abbiam ragionato, basta essa sola a renderci non improbabile che Dio la illustrasse con soprannatural luce a conoscer le cose avvenire. Ma non basta il mostrare che ciò potesse avvenire: convien cercare se avvenisse di fatto. Or questo è il punto su cui vi ha tra gli scrittori discordia maggiore, e, ciò che è più degno di maraviglia, tra’ medesimi scrittori antichi, de’ quali solo io cerco. Sicardo vescovo di Cremona, che vivea al tempo medesimo di Gioachimo, afferma (in Chron. ad an. 1 iì)4 » Script Rer. ital. vol. 7, p. 617) ch’egli ebbe