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SECONDO 173 con cui sovveniva a’ poveri , ed altre somiglianti virtù che da lui si espongono senza quella affettata esagerazione che talvolta incontrasi nelle leggende, e che ci rende difficili a creder tutto ciò che in esse si narra. Di prodigii da lui operati, l’arcivescovo Luca altro non ci racconta, se non ciò ch’egli sperimentò in se stesso; perciocchè dice che gli fu da lui sciolta la lingua che prima avea impedita e tarda, e che fu da lui risanato da una malattia che l’avea condotto agli estremi. Molti altri miracoli dall’abate Gioachimo e in vita e dopo morte operati si leggono in una Relazione distesa da Jacopo Greco, pubblicata dall’abate Lauro, e poi dal Papcbrochio , i quali però, come confessa l’editore medesimo, dalla sede apostolica non sono ancora stati approvati. Noi non abbisogniamo di essi per credere che l’abate Gioachino fosse uomo di santi costumi; e perciò ancor abbi am qui tralasciate molte altre cose che di lui ci raccontano i moderni scrittori sopraccennati; non perchè vogliamo negarle, ma perchè potrebbon credersi non abbastanza provate. La Relazione dell’arcivescovo Luca basta a persuaderci che Gioachimo, ben lungi dali’ essere quell’impostore che fu da alcuni creduto, era uomo di rare e singolari virtù, e degno di quel culto privato con cui è onorato dalla sua Congregazione, e a cui la sede apostolica non si è opposta giammai. Vili. Ma più che i costumi, si biasimano da molti le opere e le profezie dell’abate Gioachimo. Separiamo per amor di chiarezza l’una cosa dall’altra, e diciam prima dell’opere. Io Vili. Su« opere, c apologia di cuc.