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134 Liniu) aggi tigne: le qual ziando destegnudo in charzere de’ Zenovesi tutte ste cose feze se Ziri ver per inissicr Rustigìelo citaditede Pixa, lo qual era nella dicta prixone con el dito mixier Marcho Polo. HI. Non par dunque che rimanga luogo a dubitare se Marco scrivesse in latino o in italiano,. ossia nel suo volgar dialetto. Su questo originale si fecer poi le diverse edizioni, e versioni latine e italiane, delle quali veggasi il soprallodato Apostolo Zeno. Io non mi trattengo a ricercarne più oltre, sì perchè altre non ne ho io vedute che la italiana del Ramusio, la latina manoscritta del Pipino, e un’altra pure latina, ma in gran parte diversa, che di Simone Grineo è stata inserita nella sua opera intitolata Novus Orbis stampata in Basilea l’an 1537; sì perchè io sfuggo di entrare in cotai minute ricerche che non sono di questa mia opera, e che la condurrebbono a un’eccessiva lunghezza. Solo debbo avvertire che pel confronto ch’io ho fatto delle tre suddette versioni , e per quello che di più altre han fatto e il suddetto Zeno ed altri scrittori da lui citati, si vede una notabile diversità tra le une e tra le altre; il che ci mostra che i traduttori hanno alterata non poco quest’opera, o col cambiare i sentimenti dell’autore da essi non ben intesi, o colf aggitignergli cose ch’egli non avea scritte. Gli Accademici della Crusca ne citano nel lor Vocabolario un testo a penna, che da essi si annovera tra i libri di lingua, e che dal Salviati (Avvert, t. 1, l. 2, c. 12) si dice scritto l’anno 1298. 11 Zeno a ragione riflette che ciò non può essere; poiché nell’antico