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122 Limo Iutiere passini, qui habeant exemplantia in utroque Jure et in Tbealo già competenlia, et correcta tam in textu quam in glossa; ita quod solutio fiat a scolaribus pro exemplis secundum quod convenit, ad taxationem Bec tarimi. Ma che eran mai due copiatori al bisogno di una università e di una città intera? Nella descrizione che abbiam poc’anzi accennata della città di Milano fatta verso il fine di questo secolo da Buonvicino da Riva, si trova memoria ancora del numero de’ copiatori che ivi era: Scriptores librorum L. Il qual numero non era certo proporzionato a una sì popolosa cittàJ qual era allora Milano, ove, secondo la descrizione medesima, contavansi duecentomila abitanti. III. Maggiore assai dovea essere in Bologna il numero de’ copiatori, poichè assai maggiore vi era il numero degli scolari e de’ professori. Nè sol gli uomini, ma le donne ancora esercitavansi in tale impiego, come con vari monumenti dimostra il P. Sarti (ib. pars 1, p. 186), il quale a ciò attribuisce gli errori e le scorrezioni che in tanti antichi codici si ritrovano. Soleasi ivi affiggere pubblicamente il catalogo de’ libri ch’erano in vendita, come ora si usa talvolta da’ nostri librai; e un di tali catalogi, che appartiene però al secolo susseguente, è stato pubblicato dal medesimo P. Sarti (ib. pars 2 , p. 214)• In esso si spiega il numero de’ quinterni onde ciascun libro era composto; e a ciascuno si fissa il prezzo che dovea pagarsi da chi volesse usarne o a leggerlo, o a copiarlo: a cagion d’esempio: Lecturam