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PRIMO J03 cl,e le mostri formate con imperiale o con pontificia autorità. Anzi il non trovarsi quasi più alcuna memoria di queste scuole fino all’an 1391, nel quale Bonifacio IX sollevolle all’onore e a’ privilegi delle altre università, ci fa congetturare eli’ esse non fossero nè per valore di professori nè per numero di scolari molto famose. E non fu nondimeno piccolo pregio l’avere pubbliche scuole , quali eli’ esse si fossero , in questi tempi in cui molte anche illustri città ne erano quasi del tutto prive. XXII. Come i romani pontefici gareggiarono cori’ini pera dori nel promuover le scienze, così non furon men di essi solleciti nell’aprire a comun vantaggio pubbliche scuole. Roma fu il principale oggetto delle loro premure. Gli studi sacri vi erano stati felicemente coltivati ne’ secoli addietro, come più volte abbiamo osservato. Ma il diritto civile e canonico occupavano di questi tempi l’ingegno e lo studio di quasi tutti coloro che voleano col lor sapere acquistarsi gran nome. Conveniva dunque all" onore di Roma che ve ne fossero scuole, affinchè la corte pontificia e i tribunali ecclesiastici fossero provveduti d’uomini in queste scienze versati. Perciò Innocenzo IV con una sua legge inserita nelle Decretali (l.6, c. Sup. Specula, tit de Privilegi is) comandò che vi si aprissero pubbliche scuole di legge canonica e civile, e che esse godessero di tutti que’ privilegi che alle altre università solevano esser comuni. Quindi, come avverte il P. Caraffa (Hist Gjnmas. Rorn.