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3(> LIBRO XVI. Il ritiro di Cassiodoro si può chiamare a ragione l’epoca dell’intera rovina dell’italiana , letteratura. D’allora in poi non potè occuparsi in altro che nel pianger le sue sciagure. I Greci e i Goti guerreggiando furiosamente la devastarono in ogni parte. Appena vi ebbe città che non fosse più volte assediata or dagli uni or dagli altri; e in alcune ancora, e singolarmente in Milano, si videro stragi e rovine che non si posson leggere senza orrore. Gl’Italiani tutti, dice Procopio (l. cit. l. 3, c. 9), erano da ambedue gli eserciti maltrattati aspramente, percìocchè i Goti devastavano le lor campagne, i Greci portavan seco quanto rapir potevano della loro supellettile. Innoltre senza ragione alcuna eran malconci colle percosse, e uccisi (di fame. Vitige per tre anni si difese valorosamente contro di Belisario; ma finalmente costretto a rendersegli insiemi con Ravenna, fu mandato a Costantinopoli. Ildobaldo e poscia Erario o, die gli succederono, appena salirmi sul trono, che ne furon balzati, uccisi da’ lor soldati medesimi. Totila dichiarato re de’ Goti e d’Italia l’anno 541, per undici anni sostenne il rovinoso suo regno, principe (di valor, di prudenza, di onestà assai maggiore di quella che di un Barbaro si potesse aspettare. Ma poichè egli fu morto per le ferite ricevute in battaglia l’anno 552, Teia, che gli succedette, per lo spazio di un anno solo proseguì a difenderlo contro de’ Greci, e l’anno seguente cadde ucciso egli pur combattendo, e con lui cadde il regno degli Ostrogoti, ch’era durato per lo spazio di circa sessant’anni, cominciandolo dalla morte di Odoacre.