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QUARTO C8l sommamente ingegnoso. E forse a’ tempi di Anselmo potevan queste sembrare sculture eccellenti; ma a’ nostri occhj elle appajon sì rozze, che appena possiam tenere le risa al mirarle. In alcune però delle altre sculture di questi tempi vedesi qualche principio di miglior gusto; e il Vasari (t. 1, p. 248) loda singolarmente quelle di cui Lucio III e Urbano III al fine del xii secolo ornarono la basilica di S. Giovan Laterano. Nè solo in marmo, ma anche in bronzo si fecer lavori di questi tempi. Due soli io ne accenno; cioè la porta maggiore di bronzo del duomo di Pisa fatta da Buonanno pisano l’anno 1180, che fu poi consunta dalle fiamme l’anno 15<j(ì (Dal Borgo Orig. dell Univ. di Pisa, p. 57) secondo lo stile pisano, e il cavallo di bronzo che Clemente III fè porre per ornamento del palazzo lateranese (Ricobal. Ferrar. Ilist Ponti!’. Roman. Franc. Pipin. in Chron. c. 14) («)• (a) Il sig. ab. Fea mi accusa perchè ho preso letteralmente le parole di Riccobaldo: equum quoque aereum fieri fecit; e afferma che Clemente III non fece già fare un cavallo di bronzo , ma trasportò al Laterano il cavallo detto di Costantino (f Vinck. Slor. delle Arti, t. 3, p. 412, ec., ed. Rom.). Io non voglio cercare se sia veramente quello il cavallo che accennasi di Riccobaldo. Ma come poteva io pur sospettare che equum fieri fecit volesse dire: fece trasportare un cavallo? Se questa è la spiegazione di quel passo, converra compilare un nuovo vocabolario; che certo i pubblicati finora non ci insegnano che tale sia il senso di quelle parole. Quanto poi alla inverosimiglianza e quasi impossibilità di fare una statua equestre di bronzo in quel tempo di barbarie , ch’egli allega, io non so intendere come se nel 1180 fu fatta la porta di bronzo del duomo di Pisa, non si ■ potesse circa il tempo medesimo fare anche un cavallo di bronzo.