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X. Slato della scultura, r G8o LIBRO recente di tutte è quella di Santa Maria del Fiore in Firenze, che solo l’anno 1334 col disegno del celebre Giotto cominciò ad innalzarsi (G. Villani Cron. l. 11, c. 12, Vasari Vite de’ Pittori, t. 1, p. 323). X. Io potrei a ciò aggiugnere ancora e parecchi canali d’acque scavati in questi secoli da’ Pisani, da’ Milanesi e da altri, e alcune città o fabbricate di nuovo, come Alessandria e Lodi, o ristorate dalle loro rovine, ed altri simili monumenti di una certa magnificenza, acni semina che tendessero a gara le repubbliche italiane. Ma non voglio stendermi troppo su un argomento che mi son prefisso di trattare sol leggermente. Conchiudiam dunque e il capo e il libro presente con qualche osservazione intorno alla scultura. Molte se ne conservano ancora fatte in questi due secoli. I tempj e le torri mentovate di sopra ne sono quai più, quai meno adorne. Il ch. conte. Giulini ci ha data la descrizione di quelle che veggonsi al sepolcro del B. Alberto da Pontida fatto l’anno 1 o<)5 (Mcm. di Mil. t. 4, p- 332), e di quelle onde i Milanesi abbellirono la Porta Romana, quando rifabbricarono la lor città l’anno 1167 (ib.c.6, p. 395). L’artefice di queste ha voluto lasciarci memoria del suo nome con questo verso che ancor vedesi in essa scolpito: Hoc opus Anselmus formavit Dedalus ale: nella qual ultima parola deesi probabilmente leggere alter, avendo voluto il bravo scultore paragonarsi nel suo lavoro a Dedalo, che secondo le favole era in tutte l’opere di mano