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QUARTO G73 L’architetto fu un cotal Buschetto, come raccogliesi da un’iscrizione riferita dal cavaliere dal Borgo (Diss. sull’Orig. dell’Univ. di Pisa, p. 55), il quale giustamente confuta l’opinione del canonico Martini (Thealr. Basilic. pisan. c. 3), che il credette un Greco. Nella stessa città fu nel seguente secolo eretto il magnifico tempio di S. Giovanni del Battesimo, che fu cominciato l’anno Ii5a, e l’architetto ne fu Diotisalvi, probabilmente pisano, ma certamente italiano, come mostra lo stesso nome j e pisani ancor furono Cinetto Cinetti ed Arrigo Cancellieri , che ne diressero il gran lavoro, come vegga risorgere e ravvivarsi il buon gusto da tanti secoli dimenticato. Egli ci ha date fedelmente copiate tutte le iscrizioni che adornan quel tempio, e ha corretti molti errori da altri commessi nel pubblicarle. Non osa decidere se Buschetto fosse greco o italiano; ma le ragioni per la seconda opinione sono assai più forti che per la prima 4 e ad esse si può aggiugnere il nome stesso di Buschetto, che non sa punto di greco. È degna dJ osservazione una delle iscrizioni da lui pubblicate , la qual ci mostra che Buschetto non sol fu architetto valente, ma ancor macchinista ingegnoso; perciocchè in essa si narra che gli smisurati sassi a quella gran fabbrica necessarj, solo da dieci f anciulle erano con ammirabile facilità al luogo lor trasportati. Quindi esaminando ancora la magnifica fabbrica del battistero e la gran torre, amendue innalzate nel secol seguente, e le sculture di buon gusto del secolo XII e del XIII, e le pitture anteriori al Cimabue, delle quali Pisa è adorna, ne raccoglie giustamente la conseguenza a quella città gloriosissima, ch’essa deesi considerare come l’Atene d’Italia, in cui le belle arti prima che altrove tornarono ad incamminarsi felicemente alla lor perfezione. TlUABOSCHI, Vol. III. 43