Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo III, Classici italiani, 1823, III.djvu/731

67O LIBRO all’occasione dell’eresia degli Iconoclasti veggonsi mentovate più volte. Nè io voglio qui diffinire se ciò basti a provar vera tale opinione; ma basta ciò certamente a mostrare cb’essa non ba avuta origine da un Luca pittor fiorentino che visse solo nell’ xi secolo, e di cui non poterono aver cognizione gli scrittori dell’ vm, o del IX. VI. Un’antica pittura di questi tempi medesimi , scoperta non ba moli’ anni nella chiesa abaziale di S. Michele in Borgo di Pisa , descrivesi dal cavalier Flaminio del Borgo (Diss. sull’Orig. dell’Univ. di Pisa, p. 74) (45). In Bologna ancora si conservavan non ha molto pitture del XII secolo, e ad alcune vedevasi aggiunto il nome del pittore di cui furon lavoro, che è quel Guido di cui diremo nel tomo seguente (Malvasia Felsina pittrice, p. 7). Nelle Storie venete, e in quella singolarmente di Marino Sanudo pubblicata dal Muratori , si fa menzion de’ musaici di cui il doge Domenico Silvio, eletto l’anno 1071, ornò il tempio di S. Marco (Script. Rer. ital. vol. 22, p. 477)• Questo doge, dice lo storico, fece compiere la detta chiesa, e fu il primo che cominciasse a farla lavorar di mosaico alla greca, come è al presente. Ma non dic’egli già che adoperasse a tal fine artefici greci. Il dottissimo P. abate Trombelli rammenta (Arte di conoscere l’età de’ Codici, p 72) (a) Il sig". Alessandro da Morrona , di cui diremo tra poco, crede (Pisa illlustr t. 1, p. 419) che assai più antica sia questa pittura. Ma si riserba a parlarne nel tomo secondo della sua opera non anuor pubblicalo.