Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo III, Classici italiani, 1823, III.djvu/712

QUARTO 051 ,jà favellalo, un Compendio di Canoni avea fatto nel secolo xi il cardinale Deusdedit, che conservasi manoscritto nella Vaticana (Oudin de Script, eccl. t. 2, p. 765, ec.). Ma celebri sono, fra tutte quelle che ancora abbiamo, le Collezioni di Reginone, di Burcardo di Worms e d’Ivone di Chartres, delle quali e di altre somiglianti antiche Raccolte veggasi singolarmente una dissertazione degli eruditissimi fratelli Ballerini che di ciascheduna ragionano con somma esattezza, e di alcune ancor recano qualche saggio (t. 3, Op. S. Leonis). Ma esse non erano che una semplice Collezione di Canoni e di Decretali; nè i raccoglitori aggiunta vi aveano cosa alcuna o per rischiarare ciò che fosse dubbioso, o per conciliare insieme ciò che sembrasse contraddittorio. Solo Ivone di Chartres alla sua Raccolta avea premesso un prologo in cui trattava del modo con cui doveansi intendere e spiegare e conciliare insieme. Ma non pareva che fosse ancor provveduto abbastanza allo studio della sacra giurisprudenza, e si aspettava ancora chi la ponesse in ordine migliore, e l’adattasse all’uso del foro. Questa fu l’ardua impresa a cui si accinse Graziano, e di cui perciò dobbiam ora parlar brevemente. XXXV. Già abbiamo altrove accennato e confutato il favoloso racconto di alcuni che di Pier Lombardo, di Pietro detto il Mangiatore e di Graziano fanno tre fratelli illegittimi. Graziano, secondo il comun parere degli antichi e de’ moderni scrittori , fu natio di Chiusi in Toscana; e l’autorità di un codice ms. citato da