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QUARTO 635 fioè Bologna. Un tal Ruggiero di Normandia, che fu maestro nelle arti in Parigi e poscia decano della chiesa di Rouen al fine del secolo XII, avea egli pure frequentate le scuole de’ bolognesi giureconsulti, e tale stima aveane concepita, che ritornato in Francia, soleva dire pubblicamente, non esservi in tutto il mondo paese alcuno che per lo studio legale potesse paragonarsi a Bologna, come narra Silvestro Geraldo che avea con lui convissuto (Prof, Bon. t. 1, p. 55). Finalmente il celebre Pietro Blesense in questo secol medesimo era venuto pel (fine stesso a Bologna , dove ei narra (ep. 8) che a richiesta de’ suoi condiscepoli solea talvolta tener loro divoti ragionamenti. Del qual soggiorno in Bologna conservava egli già ritornato in Francia una sì dolce memoria, che pentivasi di averla troppo per tempo abbandonata (ep. 26). Quando in questo capo medesimo dovrem parlare de’ Canoni, vedremo che per essi ancora faceasi a questa città gran concorso di forestieri. Qui basti l’aggiugnere che anche per lo studio della filosofia venivano di questi tempi alcuni Oltramontani a Bologna. Pei ciocché Giovanni di Sarisberì racconta (Metalogic. l. 2, c. 10) che essendo egli andato a Parigi (il che accadde verso l’anno 1137) vi ebbe a maestro di dialettica un cotale Alberico, il quale poscia passato a Bologna cambiò in ogni cosa parere, e tornato in Francia tenne diverse opinioni: profectus Bononiam dedidicit, quod docuerat, si quidem et reversus dedocuit. An melius , judicent qui ante et postea audierunt. Colle quali parole Giovanni mostra