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G3o unno con cui spiegavate. Ma egli era uor.i capriccioso alquanto e bisbetico, e troppo fermo nel suo parere. Quindi ne vennero i dispareri e le contese frequenti, singolarmente con Bulgaro, ed egli vide spesso le sue opinioni rigettate da tutti gli altri giureconsulti, il che fecero ancora que’ che vennero appresso; benchè alcune poscia siano state adottate specialmente da’ professori del diritto canonico (de Prof. Bonon. p. 39, 40). Da questo suo discordar sì frequente dagli altri legisti ha avuto origine per avventura la favoletta che da alcuni raccontasi, cioè ch’essendo egli venuto a disputa con Azzo, e sembrandogli averlo vinto, e perciò insultandolo amaramente, Azzo sdegnatone, afferrate le chiavi della sua scuola, gliele avventasse al capo e lo uccidesse. Ma basti il riflettere che Azzo dovea essere ancor fanciullo, quando Martino morì, per conoscere la falsità di tale racconto. In una carta dell1 archivio di S Giustina di Padova dell’anno 1164, citata dal Facciolati (De Gymnas. patav. syntag. 1, p. 9), trovasi nominato Gherardo Pomadello che fu fatto vescovo di quella città, cum regeret in le gibus in domo Martini de Gosso; e sospetta perciò il P. Sarti (p. 40) che e per l’odiosità da Martino contratta nell’ampliare i diritti di Federigo, e per le contraddizioni che dagli altri soffriva, si ritirasse per alcun tempo a Padova. Ma l’identità del nome e la somiglianza del cognome non parmi argomento bastante a render probabile questa opinione. Sembra certo eli’ ei morisse in Bologna, e credesi che ciò avvenisse l’anno 1167, benché non v abbia