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QUARTO 617’ Or qui per sapienti non altri egli certamente intende che i giureconsulti; e in fatti soggiugne ch’essi in pruova della lor decisione adducevano un passo tratto dalle Istituzioni di Giustiniano; e più chiaramente ancora ei li chiama più sotto legis peritos (C. 4, 5). Quindi ad essi volgendosi, così loro ragiona: vos autem... ad rectae intelligentiae tramitem quantocius re pedate. , ut qui inter clientium turbas tenetis in gj mnasio Jcrulam, non vereamini subire in Ecclesia disciplinam (c. 8). Qui veggiam dunque in Ravenna numerose schiere di giureconsulti che tenevano scuola, e che godevano di qualche nome, poichè da’ Fiorentini era richiesto il loro parere, e perciò sembra probabile che qualche scuola di giurisprudenza si fosse fin a quel tempo mantenuta in Ravenna. Intorno a che veggasi il ch. P. abate Ginanni (Diss. della Letter. ravenn.), e l’eruditiss. Foscarini (Letterat. venez. p. 40 , n. 99) che altri autori ancora arreca a conferma di tale opinione. XIV. Nelle altre parti il racconto di Odofredo non incontra difficoltà, nè trova contraddizione. Da esso dunque noi ricaviamo, come abbiam già accennato, che teneasi scuola dell’arti in Bologna , prima che quella della giurisprudenza avesse cominci amento; che lo stesso Irnerio n’era maestro prima che si volgesse alle leggi; e che prima di Irnerio un cotal Pepone avea preso a spiegarle; ma non avea in ciò acquistato gran nome. Di fatti, trattone l1 allegato passo di Odofredo, non abbiamo dell’infelice Pepone notizia alcuna. Vi ha chi rammenta una medaglia coniata in onore di questo