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6o6 LIBRO caliginoso. Egli accenna tal fatto con questi elegantissimi versi: Malfia Parthenopes datur, et quando omne per aequor , Unde fuit liber Pis.ims gestus ab illis • Juris et est Pisis Pandecta Caesaris alti. Script. Rer. ital!, vol. 11, p. 3i4Or questo scrittore, <>:ne dimostra il Muratori nella prefazione ad esso premessa, non fiorì che verso la metà del xiv secolo, ed è perciò di due secoli posteriore al controverso ritrovamento delle Pandette. L’altro è un anonimo scrittore di una Cronaca mentovata dal marchese Tanucci (in ep. de Pand. l. 2, c. 8), nella quale ove si parla del sacco dato da’ Pisani ad Amalfi, così si dice: in la quale città trovorno le Pandette composte da la Cesarea Maestà de Justiniano imperadore. A qual tempo precisamente vivesse lo scrittore di questa Cronaca , non si può diffinire. Ma essendo essa scritta in lingua italiana, non può credersi che l’autor vivesse se non al più presto verso la fine del XIII secolo, nel qual tempo soltanto, come osserva il Muratori (praef. ad Hist. Matthaei de Spinello, vol. 7 Script. Rer. ital.), si cominciò ad usar nelle storie la lingua italiana, e forse ancora egli è assai più recente. Or il vedere che per circa due secoli 11011 troviamo menzione di sì memorabile scoprimento, non ci dee egli rendere dubbiosi alquanto su questo fatto? E molto più che abbiamo non pochi storici più antichi, i quali ci narrano le presa e il sacco d’Amalfi per opera de’ Pisani, e del codice delle Pandette non dicon motto. Nelle