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QUARTO 6o5 Jh’W uso e autorità citila ragion civile nelle Provincie dell’Impero occidentale pubblicato in Napoli, ardì prima d’ogni altro di contrastare a’ Pisani un vanto di cui erano da sì lungo tempo pacifici posseditori. Non molto dopo essi videro ancora sorgere entro le stesse lor mura nuovi nimici; e due dottissimi professori della loro università venir perciò a letteraria contesa, cioè l’abate D. Guido Grandi e il march. D. Bernardo Tanucci, e usare dell’ingegno e della erudizione loro , il primo in combattere , il secondo in sostenere la tradizion de’ Pisani. I libri da essi e da altri ancora in diversi anni su ciò pubblicati si annoverano dal cavaliere Flaminio dal Borgo (Diss. sopra l’Istor. pis. t. 1, par. 1, p. 28, ec.) , e dall’abate Borgo dal Borgo di lui figliuolo (Diss. sopra le Pandette pis. p. 4 > ec-)• D’allora in poi lo scoprimento delle Pandette in Amalfi è rimasto assai dubbioso, e più recenti scrittori ne parlano comunemente come di cosa o falsa , o non abbastanza sicura. Il Muratori non ha voluto decidere su tal contesa (Ann. d’Ital ad an. 1135), e lo stesso abate dal Borgo, benchè pisano, ci ha lasciati dubbiosi a qual parere egli inclinasse. Io non mi aggiugnerò a’ nemici della antica opinione. Ma, a dir vero , sarebbe a bramare che ella avesse fondamenti più certi di quelli che finora si sono addotti. Perciocchè quai sono finalmente i più antichi scrittori a cui tal tradizione si appoggia? Il primo è quel fra Raniero de’ Granci autor di un poema sulle Guerre della Toscana, detto a ragione dal Muratori