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588 LIBRO allro, che secondo essi, se crediamo agli sto-, rici, non potea recar giovamento? La dottrina dunque de’ medici salernitani è troppo contraria al fatto che di essi si narra, e questo perciò deesi, a mio parere, avere in conto di favoloso. VII. Rimane a parlar dell’autore di questi precetti. Essi furono scritti a nome della scuola salernitana, e ad essa perciò si attribuiscono. Ma non è a credere che tutti i medici di quella scuola si occupassero nel comporre quest’opera, ed è troppo verisimile che ad un di loro ne fosse dato l’incarico, e che il libro da lui scritto fosse poi riveduto e approvato dagli altri tutti. Così in fatto si legge al fin di un codice di quest’opera, che da Zaccaria Silvio si chiama il codice Tulloviano (Praef.ad. Schol. Salern, c. 3), ove così sta scritto: Explicat (l. Explicit) Tractatus, qui dicitur Flores Medie inae compilatus in Studio Salerni a Mag. Joan. de Mediolano instructi Medicinalis Doctore egregio, compilationi cujus concordarunt omnes Magistri illius Studii. Io non voglio muover contrasto all’autorità di un tal codice, e mi persuado che il Silvio non abbia scritto se non ciò che ha veduto co’ suoi propj occhi. Nondimeno a confermar sempre più un tal onore alla città di Milano, sarebbe a bramare che altri codici si trovassero in cui i precetti della scuola salernitana si attribuissero a Giovanni. Io confesso di aver perciò ricercati quanti ho potuto aver tra le mani catalogi de’ manoscritti di molte biblioteche, e benchè molti codici di quest’opera abbia trovati, in niuno però mi \ V