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5^0 LIBRO piccola parte di questo libro. Chi volesse, dice l’ab. Quadrio (Stor, della Poes. t. 2, p. 704), gli accidenti tutti narrare che furono nella musica da Guido e dagli altri poi osservati, avrebbe da comporre perciò unicamente un intero volume. IN è io credo che i miei lettol i vedrebbono qui con piacere una lunga dissertazione piena per ogni parte di quelle parolette gentili, diapason, disdiapason, disdiapasondiatasseron, e somiglianti. A me dunque basti il riflettere che Guido non solo fu l’inventore delle note musicali che anche al presente sono in uso, delle quali egli prese l’appellazione, come è noto, dal principio dell’inno Ulqueant laocis, ec.’, ma un nuovo sistema di musica formò ancora, e nuove divisioni introdusse, e l1 uso delle linee parallele distinte e contrassegnate da punti; i quai nuovi ritrovamenti furono con sommo plauso allor ricevuti, e seguiti per lungo tempo (35). Di (17) 11 sig. abate Arteaga scema alquanto di quelle lodi che da molti scrittori si danno a Guido (Rivoluz. del Teat. music, ital. t. 1 , p. 106, ec. ed. ven.). Egli afferma che i suoi meriti principali sono d’aver migliorata V arte del cantare, ampliata la stromentale, gittati i fondamenti del contrappunto, e agevolata la via a imparar presto la musica troppo per l’addietro spinosa e difficile. Ma nega ch’ei fosse il primo a inventar le righe, e a collocarvi sopra i punti, affinchè colla diversa posizione di questi s’indicassero gli alzamenti e gli abbassamenti di Ila voce; che aggiugnendo al diagramma , ovvero scala musicale degli antichi , che costava di quindici corde , la senaria maggiore , abbia accresciuta di cinque corde di più la scala musicale; ch’ei fosse il primo a ritrovare la gamma , ovvero quella tavola, o scala, sulla quale s’impara a dare il lor nome, e a intuonar con giustezza i gradi