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QUARTO 56») eccl. c. 1*44) C1|C per-mezzo delle regole da lui trovate più facilmente s’apprende la musica, che colla voce di alcun maestro, o coll’uso di qualche sia stromento: dummodo sex litteris vel syllabis modulatim appositis ad sex voces, quas solas regulariter musica recipit; hisque vocibus per flexuras digitorum laevae manus disti rie tis, per integrum diapason se se oculis et auribus ingerunt intentae et remissae elevationes vel depositiones earundum vocum. Le quali parole furon poscia copiate e ripetute da Vincenzo Bellovacese (Speculum historiale. l. 25, c. 14)- Di Guido fa menzione ancor Donizone scrittore di questo medesimo tempo, ove parlando del vescovo Teodaldo così dice: Musica seu cantus istum laudare Tedaldum Non cessant semper; renovantur eo faciente: Micrologum iiluuin siili dietat Guido perii us , IMusicus et monachus, nec non hej-cmita bcandus. Vii. Malfalli, c. 5. Ma tutte queste parole non bastano a darci una chiara idea di ciò che Guido facesse a perfezionare la musica. Convien dunque ricorrere all’opera stessa di Guido, che egli intitolò Micrologo, e che divise in due libri, uno de’ quali egli scrisse in prosa, l’altro in assai liberi versi jambi. Essa, come già ho detto, non è mai stata data alla luce, e solo se ne conservano pochi codici mss. in alcune biblioteche (V. Ondi a de Script, eccl. t. 2, p. 600: Mazzuch. Script. ital. t. 1, par. 2, p. 1007). Niuno di questi ho io veduto, nè posso perciò favellarne che cogli altrui sentimenti; e questi ancora, se io volessi qui riportarli distesamente, occuperebbono non