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554 LIBRO Applniuletis liotninis spleni lor fuit inlerioris. Fncta viri vitaui studio fiorente perbcnnant. A ivenlein fumimi litui, ipios transtulit, ornnnt. Iluiie ’ine consilio genuisse Cremona superbit, Tolecti vixit, Tolectum reddidit astris. Ma io chieggo in primo luogo a’ dottissimi giornalisti, a chi si debba più fede, a un’iscrizione di cui non si sa l’autore, e di cui forse anche l’età non è così antica, com’essi pensano; o a uno scrittore vissuto al principio del XIV secolo? In qualunque quistione in cui essi non avesser già preso partito, io son certo che anteporrebbono di gran lunga l’autorità di un antico scrittore a quella della più recente iscrizione. Ma noi non abbisogniamo di tanto. Qual è il senso di quelle parole: hunc sine consilio genuisse Cremona superbit? Essi così le traducono: senza alcuna ragione Cremona si arroga la gloria di averlo dato alla luce. Nè a tal traduzione io mi oppongo, ma due sensi possono avere queste parole; cioè in primo luogo che Cremona senza ragione si arroga tal gloria. perchè non in Cremona ei nacque, ma sì in Ispagna; in secondo luogo che Cremona senza ragione si arroga tal gloria, perchè quantunque Gherardo ivi nascesse ¿ del suo saper nondimeno, e quindi della sua gloria, ei fu debitore non a Cremona, ma a Toledo, ove visse sì lungamente. Or come provano i giornalisti , che nel primo e non nel secondo senso si debbano intendere tai parole? Io anzi affermo che non si debbono nè si possono intendere che nel secondo. In fatti riflettasi. Che è ciò che si soggiugne nell’iscrizione per mostrar che