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QUARTO 551 fatta in Venezia, l’altra in Pavia nel 1510, nelle quali Gherardo è chiamato cremonese. Ma, come dicono i giornalisti, in altre edizioni e in altri codici leggesi chermonese, o carmonese. Questo potrebbe render dubbiosa l’autorità degli altri codici, se non vedessimo che presso gli scrittori de’ bassi secoli chermonese scrivesi talvolta in vece di cremonese, come presso Giovanni Villani (Croniche l. 6, c. 73). Ma concedasi ancora che que’ che dicono Gherardo chermonese, intendesser Carmona città di Spagna. Chi sono essi finalmente? Non v’ha alcuno che sia più antico del secolo xvi. E l’autorità di tali scrittori debb’ella essere di sì gran peso trattandosi di un autore del secolo XII? Confessano anche i giornalisti che questo non è argomento di molta forza. Egli è vero che anche gli argomenti che dall’Arisi si adducono, non sono di gran valore. Ma un altro ne abbiamo, a cui non veggo qual risposta si possa fare dagli avversarj. Io non parlo di un passo di Guido Bonalli (/litro* noni. par. 2, c. 6) famoso astrologo del XIII secolo, in cui egli fa menzion di Gherardo; perciocchè esso non appartiene a quello di cui ora parliamo, ma ad un altro Gherardo da Sabbioneta, che fu contemporaneo di Guido, come a suo luogo vedremo. Un altro scrittore vissuto poco oltre ad un secolo dopo il primo Gherardo ci assicura ch’ei fu cremonese, e quasi ei prevedesse che si sarebbe forse sospettato di equivoco, vi aggiugne ancora lombardo. Egli è questi Francesco Pipino domenicano, il quale, come provasi dal Muratori (Script. Rer. ital. vol. 7, p. 662), fiorì al principio del XV secolo. Or egli