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54^ LIBRO Ili. Oltre la dialettica, la metafisica ancora fu da essi, per così dire, richiamata in vita, e da S. Anselmo singolarmente fu illustrata per modo, che i più celebri tra’ moderni filosofi non hanno sdegnato di attingere a questo fonte. Mi si permetta di recar per disteso un altro bel passo dei sopraccitati Maurini su questo argomento. Troppo io mi compiaccio, quando posso produrre a onor dell’Italia testimonianze tratte di bocca da que’ medesimi che non ne sono troppo magnifici lodatori. Ciò che a favor della metafisica fece Anselmo (t. 9, p. 454, ec.) fu più ancora di Ciò eh’ei fece per la dialettica. Quandi egli cominciò a risplender nel mondo , appena conoscevasene il nome. Ma egli sì felicemente adoperossi a svilupparne i principj, che ottenne la gloria di ravvivarla. Giunse sì oltre colle sue cognizioni in essa, che le sue scoperte l’han hanfatto credere il miglior metafisico che dopo S. Agostino ci sia vissuto. Il suo Monologo e il suo Proslogio, da cui i begli spiriti del nostro e del passato secolo han tratti de’ lumi onde si son renduti famosi, formano un eccellente e quasi intero trattato di teologia naturale di Dio e delle tre Persone in Dio. Così Anselmo colla sua maniera di ragionare non solo insegnò ai filosofi a sollevarsi sopra la barbarie e le sottigliezze della scuola; ma insegnò lor parimente a contemplare in se stesso F Esser Supremo, e a far uso delle idee innate, e di quel lume naturale che Iddio creatore ha comunicato allo spirito umano, considerando le cose indipendentemente da’ sensi. Ella è in fatti osservazione di molti tra’ moderni scrittori,