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QUARTO D29 lo mi stupisco però, che non solo il Crescimbeni (Comm. della volgar Poes. t. 2 , par. 1, p. 5, ec.), ma il Quadrio ancora (Stor. della Poes. t. 2, p. 108, ec.) vissuto in tempi assai più rischiarati, le abbiano troppo buonamente adottate, e inserite nelle lor opere; benchè pure il Crescimbeni le abbia con alcune utili note illustrare sovente, il che ha trascurato di fare il Quadrio. Assai migliori notizie si potrebbon raccogliere da’ codici mss. di cotai poesie, che si conservano nella biblioteca reale in Parigi, nella Vaticana, nella Laurenziana, e in alcune altre d’Italia, ne’ quali veggonsi ancor le Vite de’ loro autori, forse aneli’ esse non prive di favolosi racconti, ma certo assai meno di quelle del Nostradamus. Due codici ne ha fra le altre questa Estense biblioteca, uno di singolar pregio scritto l’anno 1254, ma in esso non veggonsi le Vite de’ Provenzali; l’altro assai più recente, e in esso se ne leggono alcune, delle quali ragioneremo nel tomo seguente , a cui per ragion di tempo appartengono. Tra quelli del primo codice alcuni ve ne ha per avventura italiani, benchè dal Nostradamus si dican di patria provenzali; ma non avendo noi più distinta contezza nè del tempo a cui essi vissero, nè della lor vita, non possiamo dirne più oltre. VI Quegli che sembra aver vissuto almeno in parte a questa età, benchè toccasse in parte ancor la seguente, è Folco ossia Folchetto, soprannomato di Marsiglia, ma genovese di patria. Di lui narra il Nostradamus, ricopiato e tradotto dal Crescimbeni e dal Quadrio (l. cit. Tiraboschi, Voi. III. 34