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QUARTO 537 rima5 e chieder loro da chi prendesser l’esempio. Egli è certo però, che i nostri Italiani non sol conobbero i Provenzali, ma con loro ancora si unirono, e poetarono nella lor lingua. Abbiamo le Vite de’ Poeti provenzali, tra’ quali se ne veggono alcuni italiani, scritte da Giovanni Nostradamus, e stampate a Lyon l’anno 1575. Egli afferma di averle tratte da alcune antiche Cronache de’ monasteri di Lerins, di S. Vittore di Marsiglia , e di altri. Ma qualunque sia l’autorità di tali scrittori, le Vite da lui pubblicate sono anzi favolosi romanzi, nome probabilmente allegorico. Questa Giovanna d’Este non è stata conosciuta dal Muratori, e fra i molti principi di questa illustre famiglia, che circa la metà del XII secolo vissero, io non posso decidere di qual tra essi fosse figliuola. In un’altra canzone lo stesso Bernardo nomina la Dama di Saluzzo, e la sua graziosa sorella Beatrice del Viennese (t. 1, p. 36). Or la dama di Saluzzo dovette essere Alasia figlia di Guglielmo III marchese di Monferrato, e moglie di Manfredo II marchese di Saluzzo (V. Tenivelli Biografia piemont. t. 2 Albero de’ March, di Monferrato); della quale sembra che fosse sorella, ben’ hè nell1 Albero de: Marchesi di Monferrato non sia nominata , Beatrice di Monferrato moglie di Guigo V, conte del Viennese, succeduto già in età pupillare a Guido Delfino suo padre l’anno 1149 (Art (de verifier les Dates, p. 759). Convien dunque dire che i poeti provenzali cominciassero a spargersi per l’Italia , e a trovar protezione presso i principi italiani. Nelle lor Vite però pubblicate da M. Millot io non trovo circa questi tempi menzione di alcun altro poeta provenzale che fosse tra noi, fuorchè di Oglero viennese a’ tempi di Federigo I, di cui si dice che fu lungamente in Lombardia, e che lodò il marchese di Monferrato (t 1, p. 340), cioè probabilmente il suddetto Guglielmo III.